L'essenziale in breve
Ogni persona domiciliata in Svizzera ha attualmente la possibilità di aprire la propria cartella informatizzata del paziente (CIP). In essa vengono archiviati documenti contenenti informazioni sulla salute, quali rapporti su dimissioni ospedaliere, relazioni su servizi Spitex o elenchi di medicamenti. Sia il paziente sia i professionisti della salute espressamente autorizzati possono accedere in qualsiasi momento a tali informazioni attraverso una connessione Internet sicura.
L’introduzione della CIP non ha ancora avuto pieno successo: nel 2024 meno di 80 000 persone avevano aperto la propria cartella. Inoltre, non tutti gli ospedali e le case di cura aderiscono al sistema nonostante l’obbligo legale vigente rispettivamente dal 2020 e dal 2022. Il Consiglio federale ha deciso di affrontare questa situazione con serietà e, nel 2022, ha incaricato l’UFSP di procedere con due modifiche legislative. In primo luogo, l’Esecutivo ha voluto adottare rapidamente un finanziamento transitorio per sostenere l’introduzione della CIP e promuoverne la diffusione attraverso le cosiddette comunità di riferimento. In secondo luogo, il Dipartimento federale dell’interno (DFI) è stato incaricato di sottoporre a un esame approfondito la legge federale del 19 giugno 2015 sulla cartella informatizzata del paziente (LCIP; RS 816.1). Sulla base dei risultati emersi, il Consiglio federale ha deciso di avviare una revisione della LCIP, che deve essere sottoposta al Parlamento nel corso del 2025.
Il Controllo federale delle finanze (CDF) ha esaminato se il nuovo orientamento previsto per la CIP, come delineato nel progetto di revisione legislativa, sia effettivamente idoneo a raggiungere gli obiettivi prefissati. Dall’analisi è emerso che al momento della consultazione degli uffici nel gennaio del 2025, la documentazione relativa alla revisione della legge non era ancora sufficientemente solida per consentire al Consiglio federale e al Parlamento di prendere una decisione informata. Risultavano infatti assenti elementi essenziali per valutare l’efficacia, l’adeguatezza e l’economicità delle misure proposte, nonché le ripercussioni sul sistema sanitario. Il CDF ha provveduto a trasmettere ai servizi competenti quanto rilevato in sede di verifica già nel corso della consultazione ordinaria.
Il CDF ha individuato diversi elementi che dimostrano come la CIP continui a collocarsi in modo poco chiaro all’interno del sistema sanitario. Di conseguenza, procedere con il progetto senza definire ulteriori dettagli operativi rischia di sortire effetti opposti rispetto a quelli auspicati, quali una soluzione transitoria eccessivamente onerosa e un aumento dei costi per le strutture sanitarie. Infatti, nella sua configurazione attuale, la CIP rischia di offrire benefici limitati in assenza di processi end-to-end digitalizzati e di risultare incompatibile con sistemi futuri. Per evitare tali criticità, prima di procedere con l’ampliamento della CIP l’UFSP dovrebbe attendere fino a quando il progetto DigiSanté non sarà sufficientemente sviluppato da poter chiarire se e in che modo i dati potranno essere integrati automaticamente nella CIP. Questo permetterebbe di arrivare a una soluzione efficiente e completa.